No, questa non è una notizia e nemmeno un racconto, è un gesto di impulso, di pancia, dopo aver affrontato uno scambio di messaggi con uno dei miei più grandi amici di sempre: Elia Casotti.
Sì, un gorfiglianese che 18 anni fa, armato di coraggio, sotto lo sguardo incredulo di tutti noi, decise di partire per la terra di Britannia. Ricordo che questa sua scelta, da un lato mi mise in una condizione di sgomento, di tristezza infinita, stavo perdendo uno dei miei "fratelli"; dall'altro ne ero soddisfatto , questa era la sua volontà, la sua decisione, la sua tappa verso la felicità, che indubbiamente si è verificata come tale. Sono passati 18 anni, e puntualmente non perde occasione, ogni qualvolta la mia Internazionale si esibisce in pessime figure calcistiche (e in questi ultimi 3 anni succede molto spesso), di farsi vivo e spolverare tutta la sua arte nello "sfottò" che solamente lui riesce a fare con quella disinvoltura, con quel sarcasmo, e sì anche simpatia, perché non avrebbe ragion di esistere una sconfitta nerazzurra se immediatamente dopo il mio amico Elia non riuscisse a dare un segnale che lui è sempre lì, pronto! Un legame il nostro costruito nelle aie paesane di Culiceto, dove passavamo ore e ore a dare calci ad un pallone consumando scarpe in quantità industriale. Elia era un fenomeno nel gioco del calcio, uno di quelli che se fosse nato in questo periodo avrebbe sfondato certamente. Sì, perché ai nostri tempi i genitori non è che avessero il tempo di portarci in giro per i campi da calcio, i nostri stadi erano, come già detto, le aie, il campo sportivo alla Segheria e il Campetto. Una tecnica sopraffina, una classe inaudita, un'intelligenza calcistica che riuscì a fargli imprimere il nomignolo di Platini. Sì, quel Platini che doveva essere dell' Internazionale, ma che poi venne scartato perché la dirigenza nerazzurra gli preferì Hansi Muller (il tedesco che entrò di diritto nella vasta schiera di "bidoni" acquistati in quel periodo). Platini, un nomignolo importante che seppe onorare con maestria sopratutto al Campetto, dove Elia non aveva rivali; diversa cosa era nel campo a undici, dove bisognava sudare di più, e non è che il mio grandissimo amico avesse una gran voglia di correre. Ricordo tra l'altro che il gorfiglianese emigrato avesse come dote la predisposizione per la recitazione, ne ebbi prova quando alla Chiesa Vecchia, non ricordo certamente in quale anno, fu messa in scena "La passione di Cristo" e dove lui interpretava il ruolo del Diavolo; riuscì a impressionarmi, mi fece rimanere a bocca aperta; no, non era il "mio" Elia, come poteva avere una così tale capacità interpretativa? Da dove era uscita fuori? E poi, perché così all'improvviso? Non avevo mai avuto alcuna prova di questa sua capacità artistica, eppure eravamo sempre insieme, ogni giorno. Ricordo ancora i commenti nel buio della notte degli spettatori, dove lo definivano un attore nato, tutto questo riuscì a farmi sentire orgoglioso, volevo gridare a squarciagola: "E' il mio amico! Il mio miglior amico!"
Elia adesso vive felicemente a Londra, con la sua splendida famiglia e voglio affermare, seppur egoisticamente, che mi manca davvero tanto.
Vorrei aggiungere una cosa, rivolgendomi direttamente a lui, al mio amico: " Perché, ruBentino, nei 5 anni in cui la mia Internazionale ha vinto TUTTO, non ti facevi sentire così spesso?"
Sei un amico sincero mi ha fatto piacere veramente.ti perdono il commento sul "sudare" , davvero simpatico Ma vero.
RispondiEliminaDella recita mi ero quasi scordato grazie per avermi ricordato un passaggio della Mia adolescenza davvero bello.tornando Al' inter dei 5 anni non sono mica scemo , ho aspettato Sai com'e' . Comunque anche te col soprannome Walter zenga ci avevano azzeccato , c'era chi le ginocchia te le ha fatte sguscia' parecchie volte , senza far nomi.
Grazie di cuore
Elia
Devo dire che Filippo, nel gruppo di Gorfigliano su Facebook, ha detto una cosa importante. Ha detto che il Pallone d'oro per il Campetto non esiste altrimenti ne avresti vinti un'infinità. E' naturale che a noi amici manchi un casino, e ti vorremmo qui, al nostro fianco, ma la vita va avanti e prende diverse strade, la tua naturalmente è lì, in Inghilterra alla guida della tua splendida famiglia. Ti vogliamo tutti bene, e questo tu lo sai benissimo! Comunque sia sempre forza Internazionale!
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