Dopo la metà degli anni '70, l'Italia è investita da una corrente mediatica che ha dell'incredibile, ovunque nascono radio. Le radio libere. Radio libere voleva dire libera informazione, voleva dire libera azione musicale e argomentativa. Credo che il tutto, a fronte del periodo storico, dove le masse erano in un subbuglio generale, le Brigate Rosse avevano quasi raggiunto il proprio apice di azione -ricordiamo che proprio in quel determinato periodo fu rapito ed infine ucciso Aldo Moro-, erano gli anni di piombo, possa essere rappresentato con l'immagine di Radio Out, di Peppino Impastato e i propri amici. Sì, radio libera voleva dire uscire anche dai canoni omertosi della criminalità, dove un Boss che incuteva terrore, manipolava, gestiva, uccideva nella terra di Cinisi e in tutta la Sicilia,, poteva essere deriso liberamente per mezzo di una o più voci. Chi, fino a quel momento, avrebbe potuto svelare, deridere, combattere l'identità di un capomafia del calibro di Badalamenti? Nessuno. Proprio le radio libere permisero di dare voce a più voci. E così, anche nel nostro Gorfigliano, nonostante si possa dire qualsiasi cosa, rimanendo al passo con l'andamento generale dell' intero Paese, i giovani di quel tempo diedero vita alla loro radio. Radio Margherita. Una radio paesana che aveva poco margine di campo, ma che accompagnava i gorfiglianesi nell'arco della giornata. Per approfondire questa straordinaria pillola del nostro vissuto, intendiamo nei prossimi giorni intervistare uno dei cofondatori di questa radio, storia di un nostro favoloso passato. A PRESTO.
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